Nuovi dan

13 novembre 2007

Erika Maurizio

Domenica 20 ottobre 2007, tornavamo in auto da Torino. Eravamo andati per sostenere l’esame di passaggio di grado: cintura nera 1° dan per Veronica Bernasconi e Giulia Emanuelli, cintura nera 3° dan per il sottoscritto, Marco Bignoli.

Ci avevano accompagnato il Maestro Fabrizio Maurizio, che ci aveva preparato all’esame, il suo assistente Vittorio Rebecchi (che poco dopo avrebbe conseguito la qualifica di aspirante allenatore) ed Erika, figlia del Maestro, che a ottobre sosterrà l’esame di cintura nera. Al ritorno Giulia e io eravamo in auto con il Maestro, mentre Vittorio portava Veronica ed Erika. Alla fermata di un semaforo le due auto si sono trovate affiancate: ho approfittato per precisare che stavamo al punteggio di 8 a 2. Capita la battuta, Vittorio ha sorriso: infatti sulla macchina del Maestro viaggiavano i suoi 4 dan, quello di Giulia e i miei 3 dan. Con Vittorio c’erano il suo e quello di Veronica.

Giulia Emanuelli

Dalla battuta si può comprendere il mio spirito che, nonostante gli anni, è rimasto quello goliardico di un tempo, capace di prendere la vita con naturalezza, anche dopo momenti seri come quello trascorso poco prima, durante l’esame. Veronica e Giulia, sebbene siano due agoniste che hanno conseguito importanti successi n gara, erano tese e emozionate: era il primo esame fuori dalla loro palestra, per consentire la cintura più ambita nella carriera di karateka.

Io, che sostenni l’esame di 1° dan nel lontano 1984, quello di 2° dan nel 2003, con l’esperienza acquisita mi sono trovato a mio agio. Devo aggiungere, però, che sebbene fossi il meno giovane tra i candidati, quando il Presidente della Commissione ha letto i nomi dei promossi, penso di aver provato l’emozione che solo chi ha voglia di mettersi in gioco può provare.

Veronica Bernasconi

La mia esperienza mi ha permesso di rilevare, dal punto di vista tecnico e associativo che il karate è molto cambiato da quando ho comiciato a praticarlo, verso la fine degli anni Settanta: a quel tempo il karate era ancoda una disciplina giovane in Italia, molto vitale ma “grezza”. Oggi molto è maturato, dal punto di vista tecnico, agonistico e associativo, proprio perchè la federazione provvede alla formazione di quadri tecnici e dirigenti molto preparati e responsabilizzati.

Concludo augurando a tutti i nostri Atleti di conseguire questi e altri traguardi per dare sempre più lustro al karate galliatese.
Marco Bignoli

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